martedì 5 novembre 2013







"DOVE C'E' UNA VOLONTA' C'E' UN MODO": la Vita, l'Universo e Tutto Quanto secondo LANTERNA VERDE

2a Parte

HAL JORDAN nasce nell'Ottobre del 1959, e vede la luce il mese successivo sulle pagine della rivista a fumetti DC Comics SHOWCASE, nel numero 22. Il nome non è nuovo, ma riprende un eroe in costume
creato nel 1940: l'ingegnere Alan Scott, biondo, atletico e integerrimo, che scopre una mistica lanterna la cui luce verde gli conferisce poteri straordinari, tra cui il volo. Subito impiegato in funzione anti-nazista, come gli altri suoi colleghi aveva esaurito il suo ruolo nel dopoguerra, per venire pressochè dimenticato.
Hal, viceversa, è l'eroe di una nuova epoca, che si proietterà nel mito americano della Nuova Frontiera: pilota collaudatore, sprezzante di ogni pericolo, spavaldo sino all'arroganza ma fermamente dedito al dovere morale, per le sue doti viene scelto da un alieno morente a succedergli nella missione di proteggere e vigilare sul quadrante di spazio che contiene il pianeta Terra.

Un orizzonte fantascientifico, quindi, il cui genere letterario spopolava in quegli anni di corsa alla conquista del cosmo e riempiva decine di riviste in ogni edicola dell'Occidente, ma importante anche presso la cultura ufficiale dei regimi socialisti dell'Est Europa e soprattutto in Russia, esaltata dai successi dello Sputnik e patria del pioniere astronauta Yuri Gagarin.
Hal Jordan è il carattere assertivo e ottimista che l'America adora, pratico e dai valori semplici, alla John Wayne, Charlton Heston e tutti i volti che affollano il cinematografo ruvido e rassicurante dell'epopea western: la sola differenza è che cavalca nello spazio, e anzichè la Colt usa un anello - definito l'"arma più potente dell'Universo"- in grado di dare forma a qualsiasi cosa chi lo porta possa immaginare.
Ma l'aspetto più interessante del personaggio è il fatto di non essere un eroe unico, ma di appartenere a un Corpo, quello appunto delle Lanterne Verdi, dedite alla difesa dell'intero Universo contro minacce naturali e non,aspiranti despoti e mostri di ogni specie. Si tratta di un esercito inter-etnico,composto da centinaia di razze diverse, e questo dà alla serie un contesto completamente diverso dall'usuale: Superman,Batman etc sono UNO, mentre LV può essere chiunque, perchè si tratta di un titolo, di un grado e di un ufficio a disposizione di chi sarà in possesso dei pur rarissimi requisiti richiesti - l'alta tempra morale e l'assoluta assenza di paura.
Infatti, nel corso del tempo il ruolo di Hal Jordan sarà preso da vari rimpiazzi e alternative, alcuni dei quali
riscuoteranno un tale gradimento da diventare comprimari fissi e da avere addirittura delle serie individuali, diversificando quindi la realtà di LANTERNA VERDE con identità, prerogative e tematiche completamente differenti.
Per primo avremo GUY GARDNER, che nel 1966  (LV 59) interpreterà il ruolo con il piglio aggressivo e anarchico di un bounty killer da western, o da futuro Ispettore Callaghan: di vocazione reazionaria, sprezzante verso la linea moderata e vagamente pacifista del suo predecessore, Guy farà uso indiscriminato di violenza e intimidazione senza dissimulare il cinismo e il maschilismo che lo contraddistinguono.

JOHN STEWART irrompe invece (in LV 89) come prima Lanterna di colore, espressione della richiesta afroamericana di parità civile che in quello stesso 1968 dilaga con le parole immortali di Martin Luther King:
"Io ho un sogno..." Il sogno di John nasce dall'incubo del Vietnam e dalle strade delle metropoli dove ha assistito all'eguaglianza di obblighi cui i neri sono soggetti senza avere eguaglianza di diritti. Il suo rimprovero alle Lanterne è di agire su scala globale disinteressandosi delle realtà globali, rimanendo lontani dalla vita delle persone. Lo stesso rilievo mosso qualche mese prima dall'avventuriero OLIVER QUEEN, moderno Robin Hood nei panni dell'arciere urbano FRECCIA VERDE; che in una memorabile sequenza di storie del grande Neal Adams (LV 76-84) sfidava Hal Jordan ad un viaggio attraverso l'America dell'ingiustizia sociale e del razzismo, del degrado e dell'isolamento per comprendere che cosa veramente una Lanterna dovrebbe difendere e promuovere, oltre ad agire da poliziotto interplanetario.


Mai, nella storia del fumetto, erano state rappresentate insieme in modo così vivo e antiideologico le due facce dell'America ottimista e progressista, devota all'ordine e alle convenzioni piccolo-borghesi, e l'America problematica e contestatrice, voce dell'indignazione e del disagio popolare. Questo traguardo della pop culture ha segnato, oltre a un'immensa notorietà dei due protagonisti con grande riscontro di vendita, il raggiungimento dell'età adulta da parte della storica casa DC, fino ad allora ancora arretrata nell'espressione dei nuovi temi sociali rispetto alla più giovane ma coraggiosa concorrente Marvel - che da poco e per prima aveva violato la consegna del Comic Code, il visto morale cui erano obbligati i periodici a fumetti, pubblicando un famoso trittico di storie dell'UOMO RAGNO sull'argomento proibito della droga.
LANTERNA VERDE andò subito alla rincorsa, presentando nei nn.85-86 la vicenda dell'assistente dello stesso amico FRECCIA VERDE, Roy "Speedy" Harper, caduto in stato di dipendenza dall'eroina.
Lo Spazio Cosmico incontrava lo Spazio Interno , e dalla collisione fantascienza-realtà sociale stavano nascendo alcune tra le più memorabili puntate nella storia del fumetto del Dopoguerra.

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lunedì 30 settembre 2013






LE MERAVIGLIE DEL XX SECOLO:  BIBLIO - DISNEY

Il 15 Maggio del 1928 in un cartone animato a diffusione privata dal titolo "Plane Crazy" debuttava un buffo topo bipede in pantaloncini rossi , calzato di scapre e guanti gialli, dall'ambizione di pilota d'aereo. Il Giugno successivo questo Mickey approdava alle sale di cinema in coda ad un film di gangster, con un secondo cartone chiamato "Steamboat Willie", questa volta nella veste di conducente di battelli a vapore.
Il successo travolgente di questa creaturina versatile intraprendente, per l'epoca sfacciatamente fisica con la fidanzata Minnie (del tutto uguale a lui, a parte le ciglia,il rossetto e gli abiti femminili),impegnato in schermaglie violente contro i soprusi di un massiccio gatto nero di nome Peter (il futuro Gambadilegno), presto debordò dalla celluloide alla carta stampata, riversando fiumi di strips - sequenze di 4 vignette a fumetti che comparivano sulla pagina ricreativa di quotidiani e riviste - e di illustrazioni pubblicitarie sul pubblico americano della prima Depressione, ansioso di momenti di svago e allegria.





Nel 1930 vedeva la luce quello che è in assoluto il primo libro al mondo di Topolino : il "Mickey Mouse Book" delle edizioni Bibo & Lang , un libretto di 16 pagine in tricromia comprendente un testo scritto, alcune vignette e due spartiti musicali. Le quotazioni attuali per questo oggetto sono di alcune migliaia di dollari, anche in condizioni mediocri come l'esemplare raffigurato nella foto.
Su sponda britannica, invece, con acume e anticipo la casa Dean & Son diede alle stampe il primo di una lunga serie di volumi illustrati cartonati e di notevole spessore, di uscita all'inizio dell'anno come strenna per l'anno precedente: l'edizionedel Gennaio 1931 per il 1930, caratterizzata da una copertina ipercromatica dalla grafica artiginale e approssimativa, è ad oggi un oggetto ambitissimo dai collezionisti.





Ma ancora più ricercate sono le due edizioni del 1932 e 1933, finite all'epoca in mezzo ad aspre polemiche con la critica progressista a causa di alcune pagine giudicate a contenuto razzista e antisemita: in una vignetta l'ebreo di turno è presentato come un usuraio incapace di parlare correttamente Inglese; mentre in una lunga sequenza narrativa ambientata in Africa  (dal titolo "A Black Outlook", cioè "Paesaggio Nero") gli indigeni vengono dipinti come selvaggi cannibali del tutto stupidi, e chiamati più volte con lo spregiativo termine "niggers".






Le due edizioni non vennero ritirate, ma la censura impedì la pubblicazione di ogni estratto sulle pagine di riviste e quotidiani.
Il nome di Disney fu chiamato direttamente in causa, anche se Walt si limitava a vistare i contenuti come art director, senza essere l'autore di alcuna parte dei testi : trattandosi poi di edizioni britanniche, è facile presumere che l'esame degli Annual fosse stato rapido e sommario.
Tutto ciò nulla toglie alla straordinaria bellezza di questi volumi, magnifici per grafica esterna ed interna, stampati su una carta così spessa da potersi definire cartoncino - il che ne ha preservato molte copie in buone condizioni, al contrario della costa esterna che, essendo in carta di grammatura più leggera, quasi sempre risulta mancante.
Altra meraviglia è l'incantevole libro didattico riportato nella foto di frontespizio, THE MICKEY MOUSE STORY FROM A TO Z (Collins Ed. 1931), un abecedario in forma di fiaba illustrata che a differenza degli Annual sopra citati verrà pubblicato anche in Italia qualche anno dopo, a cura dell'Editore Cappelli. Il libro costituisce forse l'oggetto più raro e prezioso nel mondo del collezionismo Disney nostrano.
Altrettanto magistrale, ma in questo caso fondamentale per il suo contenuto storico, è il corposo volume
MICKEY MOUSE ILLUSTRATED MOVIES delle Edizioni McKay, sempre del 1931: questo riunisce invece buona parte dei primi cartoni animati topoliniani, tramite l'uso di fotogrammi corredati di testo descrittivo e parti di commento in versi.
In Italia l'Editore Frassinelli di Torino fece uscire un estratto del libro suddiviso però in due tomi più sottili, anche questi tra gli oggetti più ambiti dai collezionisti, anche perchè leggenda (mai confermata) vuole che le traduzioni dei versi dall'Inglese siano opera di un giovane Cesare Pavese, che all'epoca lavorava a Torino e collaborava con varie case editrici, tra cui la stessaFrassinelli.





Il primo dei due tomi, che riporta in copertina la stessa stupenda immagine di Topolino usata in America per MICKEY MOUSE A-Z e per gli ILLUSTRATED MOVIES, è riportato nella foto sopra.. II secondo ha invece copertina verde con un'immagine scontornata da un cartoon, e parrebbe essere ancora più raro a causa della distruzione di gran parte delle copie in un incendio del magazzino dell'Editore.





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mercoledì 12 giugno 2013







" DOVE C'E' UNA VOLONTA' C'E' UN MODO"
                 L'Universo, la Vita e le Ragazze visti da
                                     GREEN LANTERN 


Ottobre 1959.
Il fumetto americano compie un passo fuori dal tunnel in cui è entrato nel 1954, quando la Caccia alle Streghe del Senatore McCarthy aveva rischiato di portare alla chiusura delle sue testate storiche, accusate
di corrompere la gioventù trasmettendo immagini torbide e violente. In particolare, la DC Comics era sul banco degli imputati per gli aspetti scabrosi delle storie di Wonder Woman e di Batman, presunta lesbica e feticista l'una, scandalosi conviventi more uxorio gli altri.
Gli Editori si erano tutelati creando un istituto di autocensura, il Comics Code, il quale per 15 anni gravò come una cappa sui contenuti delle vicende, che videro la rimozione accurata dei riferimenti alle tematiche più adulte, riducendo di fatto molte collane a puerili riciclaggi di scazzottate con invasori alieni e agenti nemici, di solito comunisti,con un linguaggio irreale da film per ragazzi.
Questo sviluppo decretò rapidamente un crollo delle vendite che portò alla cancellazione di quasi tutte le serie, ad eccezione delle tre storiche SUPERMAN, BATMAN e WONDER WOMAN.
L'evento catalizzatore del cambiamento, così epocale da essere poi utilizzato da tutti per calendarizzare il trapasso dalla cosidetta "Golden Age" alla "Silver Age"- la Rinascita dei Supereroi - fu la comparsa di un nuovo personaggio dal colore di fiamma e la velocità del fulmine, che erompeva dalla copertina del n.4 della rivista SHOWCASE , un'antologia di racconti a fumetti a tema fantascientifico.
Il suo nome era FLASH, un impiegato della polizia scientifica di nome Barry Allen, che investito da una folgore e da un bagno di sostanze chimiche acquista una rapidità sovrumana, che decide di mettere al servizio della giustizia.

In realtà FLASH era un caso di ripescaggio e revisione di un personaggio precedente, creato e presentato già nel 1940 e protagonista di 2-3 testate negli anni bellici e sino al 1951: si trattava di un ricercatore di nome Jay Garrick , che aveva acquisito poteri analoghi inalando per caso dell'acqua pesante (erano gli anni di auge della Bomba Atomica). Membro fondatore della cosiddetta SOCIETA' DELLA GIUSTIZIA con altri eroi mascherati - con lui solo a volto scoperto - , aveva combattuto le Potenze dell'Asse e le quinte colonne nemiche su suolo americano sino alla progressiva estinzione dell'interesse del pubblico. Il nuovo Flash mantenne il colore dominante rosso e l'emblema giallo del fulmine e nient'altro, mentre nella finzione Barry li adottava proprio in omaggio a quello che ora diveniva solo un personaggio di una serie a fumetti, eroe preferito della sua adolescenza.
Il successo e il clamore suscitato da questo rilancio indussero la redazione DC a ritentare l'esperimento esattamentre tre anni dopo, nel numero di Ottobre della stessa SHOWCASE, il 22.


Sull'onda del riuscito esperimento, la DC affidò alla coppia composta dallo scrittore John Broome  (che con Robert Kanigher e l'artista Carmine Infantino era già stato responsabile della creazione di Barry Allen) e al disegnatore Gil Kane la revisione di un'altra icona perduta degli anni '40, un personaggio di nome LANTERNA VERDE lanciato nel Luglio '40, sei mesi dopo il primo Flash. Alan Scott, un ingegnere che aveva rinvenuto un anello magico i cui poteri andavano periodicamente ricaricati da un'antica lanterna deposito di energia mistica verdognola, aveva scelto un costume verde e rosso per difendere le strade dal crimine e , poi, l'America dal nazifascismo insieme alla Società della Giustizia. Anche lui era scomparso nel '51 insieme a un'intera generazione di supereroi, che avrebbero poi fornito la matrice concettuale dei celebri WATCHMEN dell'inglese Alan Moore nei tardi anni '80.
L'unica direttiva editoriale agli autori era stata di dare vita a una serie del genere che attraeva più pubblico all'epoca, cioè la fantascienza. Gli ultimi anni avevano visto una serie di exploit cinematografici di titoli come
"La Guerra dei Mondi", "L'Invasione degli Ultracorpi" e soprattutto "Il Pianeta Proibito", enorme successo anche in termini di merchandising;  il tema spaziale imperversava, dalla cronaca della corsa alla Nuova Frontiera tra USA e URSS al dilagare di letteratura popolare (quasi sempre scadente,ma illuminata dai lavori di nomi come Edmond Hamilton e Jack Williamson) le cui versioni digest erano i brevi racconti grafici della Atlas e della Charlton, STRANGE TALES e UNUSUAL TALES.
Gli eroi del momento erano gli astronauti,i piloti e gli esploratori: per cui il nuovo protagonista sarebbe stato tutte e tre le cose - un pilota collaudatore, professione che richiede assoluto sprezzo del pericolo - , che il destino avrebbe portato ad esplorare gli orizzonti dello spazio esterno.
E fu così che HAL JORDAN, intrepido navigatore delle Industrie Aeronautiche Ferris, nel Novembre 1959
si trovò ad ereditare da un alieno morente , Abin Sur, il ruolo di poliziotto interstellare e membro del Corpo delle Lanterne Verdi, un ordine para-militare di protettori dell'ordine e della pace in un cosmo centrato sul pianeta OA, patria degli enigmatici GUARDIANI DELL'UNIVERSO, razza primordiale dagli immensi poteri e fondatrice del Corpo stesso. Costoro sono gli autori della suddivisione dello spazio conosciuto in 3600 settori, ciascuno presidiato da una Lanterna Verde dotata di un "anello del potere", in grado di rendere reali i costrutti mentali del suo portatore - il che ne fa, così è detto, l'arma più potente che possa esistere.
Il requisito basilare del membro del Corpo , oltre ad un altissimo profilo morale, è di avere una volontà incrollabile e priva di paura: ciò in quanto gli anelli incanalano e mobilitano la forza primigenia della Volontà, che vibra nel colore verde dello spettro della luce, ed è resa inefficace dall' emozione della paura, che brilla invece nella fascia gialla dello spettro stesso.
Appartenere al Corpo è il più grande onore attribuibibile a un essere senziente. E nessun rappresentante della specie umana aveva mai intrapreso questo compito prima di Hal Jordan.


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lunedì 13 maggio 2013







                                       F L A S H F A C T

                                         Quello che non Sapete dei Fumetti ,  p. 2


1. Superman, come tutti sanno, è un alieno proveniente dallo scomparso pianeta Krypton.
Bruce Wayne alias Batman  è di origine scozzese. Il suo nome di battesimo viene dal patriota autonomista scozzese Robert Bruce: il cognome poteva essere Adams o Hancock, ma alla fine il co-creatore e disegnatore Bill Finger convinse Bob Kane a usare quello del rivoluzionario americano Anthony Wayne (detto il Folle) figlio di irlandesi e comandante al fianco di George Washington.
 Wonder Woman, al secolo Diana Prince, è una dèa greca venuta come ambasciatrice dell'isola favolosa
 di Themiscyra, popolata di sole donne Amazzoni e proibita agli uomini (intesi come maschi).
 Steve Rogers, cioè il Capitan America simbolo della democrazia del Nuovo Mondo, è di famiglia irlandese,
cresciuto nelle periferie degradate dove vivevano gli immigrati più poveri negli anni '20.
Zio Paperone (Scrooge McDuck) è nativo scozzese emigrato alla fine dell'800.
Linus di Peanuts e sua sorella Lucy sono ebrei di origine olandese (Van Pelt).
In definitiva, ben pochi tra i più noti protagonisti del fumetto americano sono autentici americani, mentre i loro creatori - da Stan "Lee" Lieber e Jacob "Kirby" Kurtzberg , da Jerome Siegel e Simon Schuster a Robert Kane , Charles Schultz, Will Eisner , sono tutti ebrei immigrati o di ascendenza europea.

2. Pietro Gambadilegno è molto più anziano della sua celeberrima nemesi, Topolino! Compare infatti già dal 1925 nei cartoon della serie Oswald il Coniglio Fortunato del giovane regista Walt Disney : quando la perdita dei diritti d'autore sul personaggio lo spinge a ripiegare su una nuova creazione, un buffo topo in braghette rosse dal volto e dalle orecchie circolari, Disney ripesca il suo vecchio cattivo come comprimario regolare fin dal secondo,famosissimo cartoon "Steambot Willie" del Giugno 1929.

3. Walt Disney è stato una delle prime vittime della cultura americana del politically correct: la pubblicazione nel Gennaio 1932 di una strenna  inglese di Topolino (foto) con materiale originale venne accompagnata da forti polemiche sul contenuto antisemita e sprezzante verso la razza nera di varie situazioni comiche: analoghi commenti accompagnarono l'edizione successiva del 1932, che vedeva per di più l'uso ricorrente del termine spregiativo "nigger".

4. Snoopy ha ben SETTE tra fratelli e sorelle: quattro maschi - Spike, Andy,Olaf e Marbles - e tre sorelle - Belle, Molly e Rover. La madre della cucciolata risponde al nome di Missy e il padre, baffuto e occhialuto, di Baxter. Dopo Snoopy, il cui nome in origine avrebbe dovuto essere Sniffy, il più famoso è il macilento Spike (il nome del  vero cane dell'Autore, Schultz) ,il più anziano della famiglia, che vive da solo nel deserto californiano di Needles e parla con i cactus. Spesso calza un buffo paio di scarpe che dice regalategli da Topolino. Andy ha pelo lungo arruffato, Marbles le orecchie pezzate e Olaf è grasso.


Belle è la gemella di Snoopy, vive a Kansas City, Missouri e ha un figlio (quindi S.è zio!). Nei cartoon televisivi la cucciolata si è talvolta riunita nelle vesti di una jazz big band.

5. L'Uomo Ragno o Spiderman è stato creato nel 1962 dal disegnatore Steve Ditko e dallo sceneggiatore Stan Lee, che si era ispirato al personaggio di "THE SPIDER", un vigilante mascherato eroe di riviste noir
negli anni '30 e di due film del 1938 e 1941. Si trattava di un ricco playboy di nome Richard Wentworth, che la notte avvolto in un pastrano e con un cappellaccio combatteva il crimine assistitito da un servitore indiano e da un maggiordomo inglese. Alcuni tratti di The Spider dovettero chiaramente ispirare il BATMAN di Bob Kane (1939).




In realtà la primissiama versione di Spiderman era completamente diversa da quella poi comparsa nello storico esordio di AMAZING FANTASY 15 (Agosto '62): Lee aveva incaricato il leggendario Jack Kirby di sviluppare il layout del personaggio, ma questi, basandosi su un'idea di supereroe da lui abbozzata con Joe Simon nei primi '50 - chiamata prima "Spider" poi "Silver Spider", e infine rielaborata per le edizioni Archie Comics col nome THE FLY ("La Mosca") - ne aveva dato un'interpretazione atletica e superomistica che venne scartata da Lee perchè troppo convenzionale. Fu Ditko a creare sia il celebre look di SM che il suo aspetto fisico ordinario, quasi esile, sul quale Kirby dovette poi basarsi per la copertina di presentazione, comunque affidatagli da Lee.
 In seguito Kirby ebbe pochissime occasioni per disegnare Spidey - probabilmente per una sorta di gentlemen's agreement con Ditko - e più che altro in copertine (TALES TO ASTONISH 57) o in brevi apparizioni (STRANGE TALES 115), con le sole eccezioni dei due incontri con l'altro famoso eroe teenager, la Torcia dei Fantastici Quattro nel secondo ANNUAL di STRANGE TALES nel 1963 e in una  breve storia secondaria di AMAZING SPIDERMAN 8. Solo dopo l'abbandono della Marvel da parte del collega il "Re" si permise di inserire SM a pieno titolo in uno degli episodi dei suoi FANTASTIC FOUR, il n.73 (peraltro insieme a nientemeno che Thor e Devil).
Un altro personaggio di nome "The Spider" comparve invece nel fumetto britannico nel 1965: si trattava di un criminale dal volto pressochè identico a quel del popolarissimo Mr.Spock di STAR TREK, con una bizzarra imbragatura per aderire alle pareti e una pistola spararagnatele.


Il fatto veramente curioso è che la sua serie , durata dal '65 al '69 in Gran Bretagna, venne pubblicata in Italia PRIMA dell'Uomo Ragno edito dalla Corno nell'Aprile del 1970, perchè il direttore Luciano Secchi aveva delle riserve sulle possibilità commerciali del personaggio - i diritti di pubblicazione Marvel furono usati nei secondi anni '60 solo per due esperimenti con episodi dei Fantastici Quattro, su LINUS ESTATE 1965 (il n.1 di FF USA) e su PROVOLINUS del 1967 (il n.5, con l'esordio come "Doctor Fato" del celebre Dottor Destino).


lunedì 22 aprile 2013







HIC SUNT DISNEY  :   80 Anni di Topolino & Co in Italia

Il 30 Marzo del 1930 (30.03.30) la rivista L'ILLUSTRAZIONE DEL POPOLO ospita per la prima volta in Italia le strisce a fumetti di un nuovo personaggio americano, firmato da un giovane regista di animazione di nome Walter Disney, detto Walt. Il titolo della strip è "Le Avventure di Topolino nella Giungla".
Mickey Mouse, questo il suo nome originale, è nato nel marzo-aprile del 1928 dall'incontro di ingegni tra
Disney - che aveva appena perso i diritti sul suo Oswald il Coniglio Fortunato, e cercava qualcosa di nuovo da lanciare - e il disegnatore e suo amico Ub Iwerks. Su consiglio della moglie di Walt, Lilian, il primo infelice nome Mortimer era stato cambiato nel vezzeggiativo del più familiare Michael: e un cortometraggio
creato in poco tempo dal titolo "Plane Crazy" viene presentato il 15 Maggio in una proiezione privata. Comprimario è un topo femmina pressochè identico al protagonista, di nome Minnie, oggetto di insistenti attenzioni e profferte amorose durante un volo amatoriale, al punto da dover sfuggire paracadutandosi su un campo, dove vediamo un terzo personaggio molto simile alla futura mucca Clarabella.
Non è però "Plane Crazy" a entrare nella storia mondiale, bensì un altro corto muto e in bianco nero che debutterà, per mancanza di altre offerte, in apertura a uno dei nuovi film sonori che sbancavano in quel periodo nei teatri di Broadway, dal titolo "Gang War". Il cartoon si intitola "Steamboat Willie", e stavolta ha luogo su un battello fluviale a vapore, e vede il futuro Topo più Famoso del Mondo in lotta con un enorme gatto dall'aria truce di nome Tom Terribile (creato già nel 1925 e comparso in varie storie,quindi antecedente la nuova Era Disney), presto ribattezzato Pietro Gambadilegno.
Questa volta, il pubblico è entusiasta di questo spavaldo e incontenibile topo dall'aspetto che richiama chiaramente per colore e taglia il già celebre Gatto Felix, stella dei comics americani degli Anni '20.
L'Italia lo saluta  quindi due anni dopo, con ottimo riscontro da parte dei lettori. Nel corso del 1932, curiosamente, il Topo compare in forma anonima alla fine dei vari capitoli di un libro di fiabe dell'Editore Cappelli dal titolo "Sua Altezza il Principe Codarello"; si tratta della primissima apparizione - seppure di puro ornamento - nel formato libro, e quindi oggi ricercatissima.
Alla fine di Dicembre dello stesso anno, invece, la Nerbini che ha appena rilevato da Disney i diritti di pubblicazione esce il giorno di San Silvestro col numero 1 dello storico TOPOLINO GIORNALE.
Il formato e l'impianto della testata sono gli stessi del leggendario CORRIERE DEI PICCOLI, con storie provviste di didascalie in rima, prima di Giove Toppi e poi  dal nipote di Collodi, Paolo Lorenzini. Il materiale Disney viene mescolato a storie e soprattutto adattamenti letterari di firma italiana, solo in parte a fumetti.
La pubblicazione proseguirà ininterrottamente - con il passaggio dei diritti da Nerbini a Mondadori con il numero 137 del 1935 - fino allo stop imposto dal regime fascista a tutti i personaggi di provenienza anglosassone, nel 1942. Quasi da subito a T. verrà affiancata una storica spalla, che avrà rapidamente soppiantato l'insipido cavallo Orazio, e il cui nome verrà nel '35 cambiato dal ridicolo Medoro alla versione definitiva: Pippo (Goofy, alla lettera Imbranato).
Il primo libro siglato Topolino, invece,  esce a Torino nel 1933 con la casa Frassinelli: vengono editati due libretti, uno dalla copertina gialla (nella foto di testa, la mia copia personale) e un secondo dalla copertina verde: entrambi rarissimi, soprattutto il secondo, a causa della perdita di molte delle copie nell'incendio di un magazzino. Si tratta di storie create inframmezzando scene di cartoon americani con testi rimati tradotti - dice la leggenda - da un Cesare Pavese in cerca di lavori aggiuntivi.
In quel di Firenze, invece, le edizioni Salani traducono nella serie dei Grandi Piccoli Libri i BIG LITTLE BOOKS americani - 11 libretti, i primi 8 dedicati a Topolino: il primo, intitolato semplicemente "Topolino",
esce nel 1935. Nello stesso anno, Nerbini inaugura la storica serie "Nel Regno di Topolino" : 95 albi in cui verranno presentati molti dei classici del grande Floyd Gottfredson, seguiti dai 41 della prima serie degli ALBI D'ORO.
Tutte queste pubblicazioni consacrano T. come il massimo successo popolare del mondo del fumetto, e ne vedono la progressiva trasformazione da spigliato e irresponsabile scavezzacollo nell'eroe americano dotato di acuta coscienza morale e spiccata intelligenza, il cui gusto dell'avventura porta regolarmente all'impegno nel risolvere enigmi e misteri legati allo spionaggio e al crimine: "La Banda dei Piombatori","Il Mistero di Macchia Nera","L'Uomo Nuvola" e tante altre ampliano e definiscono l'universo nel quale il Nostro agisce,dotandolo di comprimari e antagonisti memorabili: Macchia Nera e il Bandito Pipistrello, Giuseppe Tubi e il Pirata Orango tra i malvagi, la buffa coppia di poliziotti Basettoni/Manetta, il gorilla Spettro e soprattutto l'ineffabile Eta Beta, l'uomo del futuro, dall'altra.

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martedì 9 aprile 2013







F  L  A  S  H  F  A  C  T
Cose che Vi Stupiranno del Fumetto 

1. YELLOW KID di Richard Outcault non è affatto il primo fumetto dell'era moderna. Questo primato va allo svizzero HISTOIRE DE M.VIEUX BOIS di Rodolphe Toppfer, edito nel 1837
e pubblicato negli USA col titolo THE ADVENTURES OF OBADIAH OLDBUCK 5 anni dopo.
Lo stesso Y.K. non è neppure il titolo, ma solo il personaggio principale della strip a sfondo sociale HOGAN'S ALLEY , comparsa tra il 1894 e il 1898 sul quotidiano NEW YORK'S WORLD e ambientata tra gli abitanti dei vicoli della metropoli.
I dialoghi del piccolo homeless calvo e scalzo comparivano sul suo abito-tonaca giallo, e il tono ingenuo e positivo del personaggio precorreva le atmosfere di virtù pauperista del cinema di Frank Capra, che echeggiano nel Totò il Buono di "Miracolo a Milano" di De Sica.

2. TOPOLINO non compare per la prima volta, come tutti sempre celebrano, nel cartoon "STEAMBOAT WILLIE" che il 18 novembre 1928 fu proiettato in sonoro al cinema prima del film muto "Gang War". Il personaggio esordisce cinque mesi prima nel cartoon muto "PLANE CRAZY", in cui per imitare l'aviatore solitario Charles Lindberg costruisce un aeroplano su cui invita MINNIE per poi molestarla, al punto che la sventurata si paracaduta fuori bordo per sfuggirgli (nella scena dell'atterraggio in un  campo si vede un personaggio del tutto simile alla futura CLARABELLA, che è quindi il 3° DISNEY ufficialmente venuto al mondo). 
Il nome MICKEY MOUSE viene da Lilian Disney, che sconsigliò al marito il MORTIMER che il marito Walt aveva deciso per la nuova creazione, sua e dell'amico e collaboratore Ub Iwerks.La leggenda , riferita dallo stesso Disney, vuole che il visual del personaggio nasca dalla giustapposizione di quattro cerchi, due per le orecchie, uno per il volto e uno per il corpo. La sua nascita avviene come ripiego dopo la perdita dei diritti di pubblicazione di OSWALD IL CONIGLIO FORTUNATO, ed è quindi estemporanea e quasi casuale. Il nome Mortimer deve comunque piacere al suo autore, che lo adopererà per ben 3 altri topi a venire , due parenti di Minnie e un suo detestabile corteggiatore.

3. Il primo nome di SNOOPY doveva essere Sniffy, ma Schultz lo cambio dopo aver scoperto che era già in uso in un'altra strip. Il visual del cane a fumetti più amato di sempre deriva dall'aspetto di Spike, un beagle che l'autore aveva avuto da bambino, e il cui nome passerà poi al fratello maggiore di Snoopy, il celebre e smilzo cane del deserto californiano. S. compare già al terzo episodio di PEANUTS, il 4 Ottobre 1950: ma in origine è un cane di quartiere, sostanzialmente un randagio.  Inoltre, resterà un personaggio muto per quasi tutti i primi due anni di pubblicazione, fino a che il 27 Maggio 1952 dopo un affettuoso scherzo di CHARLIE BROWN sul pelo delle sue orecchie, penserà le sue prime parole in una pipa: "Perchè devo patire indegnità simili?" Curiosamente, il suo secondo pensiero alla strip successiva sarà: "Buon vecchio Charlie Brown",
mostrando di conoscere il nome del suo teorico padrone, che in seguito dimenticherà per riferirsi a lui sempre come a "quel bambino con la testa rotonda".

4.SUPERMAN , come quasi tutti sanno, esordisce nel 1938 con ACTION COMICS n.1, uno degli albi più ricercati e costosi del mondo (aggiudicato in asta a 250.000 dollari qualche anno fa).Ma il personaggio esisteva già da sei anni, essendo nato nel '32 dalla fantasia di due studenti di origine ebraica, l'americano Jerome Siegel e il canadese Simon Shuster.  L'idea  però non aveva convinto nessun editore dell'epoca, perchè la commistione tra due generi di successo e ben distinti come la fantascienza (simboleggiata dal FLASH GORDON di Raymond) e il noir alla DICK TRACY (per tutto il primo periodo S.combatterà contro crimininali comuni) appariva forzata e senza prospettive
Pur essendo la sua origine aliena fissata dall'inizio, a lungo il Nostro sarà privo del suo potere poi
più caratteristico, il volo: si limiterà infatti a compiere salti incredibili, tratto che sarà poi ripreso
e fatto proprio 25 anni dopo dall'HULK di Lee & Kirby.
E' noto che Mondadori all'atto di pubblicarlo nel 1954 adottò il goffo nome NEMBO KID per rescindere ogni associazione col "superuomo" di memoria nazi-fascista: ma pochi sanno che il
personaggio era in realtà già apparso in Italia addirittura nel 1939 come CICLONE, L'UOMO D'ACCIAIO negli Albi dell'Audace (il suo aspetto ricordava quello dell'eroe nazionale Primo Carnera, e risultava perciò gradito alle commissioni di censura del Regime). Nel dopoguerra l'Editrice Milano aveva già dedicato 27 puntate di una sua collana all'UOMO D'ACCIAIO, tra 1946 e 1948.
La scelta del nome costrinse la redazione italiana a intervenire su ogni singola tavola delle storie
per eliminare la S dallo scudo sul costume: il nome SUPERMAN comparirà per la prima volta solo sul n.529 di fine Maggio 1966. 

1 - continua

RICHIEDETE ANEDDOTI E CURIOSITA' SUL VOSTRO PERSONAGGIO PREFERITO SCRIVENDO a dariojanisch8@gmail.com
OGNI COMMENTO SARA' COME SEMPRE GRADITO E DARA' TITOLO A SCONTI E OMAGGI SULLA MIA LISTA EBAY.

 











giovedì 4 aprile 2013






E' UNA SPECIE DI MAGIA....
L'America alle Porte del Mistero, parte terza - fine

Quando nel 1969 Steve Ditko lascia improvvisamente la Marvel Comics , e di conseguenza tutti i personaggi da lui disegnati all'epoca, STRANGE TALES è in procinto di diventare una serie individuale dedicata al
Signore delle Arti Mistiche: il coinquilino abituale NICK FURY trasloca su una sua collana specifica, mentre
il buon dottore eredita la la numerazione della serie precedente. DOCTOR STRANGE 169 esce nel Giugno
1968, in pieno fermento socio-celturale, gestita per soli tre mesi dal valido Dan Adkins e poi consegnata a
chi ne farà un autentico oggetto di culto per le generazioni future: Gene Colan.
Bambino-prodigio del Bronx, Eugene J.Colan affronta il compito con trasporto a 360 gradi: si immerse nella realtà del Greenwich Village, il quartiere degli artisti di New York dove Strange risiede in Bleecker Street (in una mansion vittoriana di chiaro richiamo a Sherlock Holmes), scatta fotografie nel dettaglio, e arriva ad assumere anfetamine per entrare nel "mood" adatto per riprodurre le scenografie lisergiche ideate da Ditko per le ambientazioni delle storie. Il risultato è strepitoso. Il suo tratto, molto più marcato e pittorico, con chine che riempiono la pagina di ombre e chiaroscuro, offre anatomie realistiche e forte dinamismo contro sfondi deliranti, ipercromatici e indefiniti: Colan rivisita i luoghi ditkiani con precisi riferimenti artistici, che cita per nome in una famosa tavola a tutta pagina ("splash page") che immette il lettore alla sua visione della Dimensione del Sogno.

Nelle sue mani Stephen Strange diviene un uomo reale, insieme tormentato e gravato dal peso del suo compito e dalla solitudine che esso gli impone, e più corporeo e mondano di quanto nessun personaggio Marvel sia mai stato. Clea, principessa esiliata della Dimensione Oscura, assume il ruolo di assistente e di sua amante: il disegno esalta la sua sensuale bellezza di tipo slavo e modella le forme di entrambi, inaugurando il paradosso di un mago che oscilla tra lotte su piani astratti e astrali ed un uomo notevolmente incline all'alcova, in continuità con la sua precedente esistenza di medico di fama con il gusto delle donne,delle auto e della bella vita. Nel suo personale, Stephen tende ad essere comunque compreso in se stesso e un pò arrogante- al punto da dover spesso scusare la sua supponenza con il fedele domestico Wong -e non di rado tendente a un'introversione malinconica. Tutto questo lo rende autenticamente umano, ma non sembra avvicinare il grande pubblico, che nel pieno dell'Anno di Grazia 1969 mostra una netta preferenza per temi di immediata e concreta rilevanza sociale: la contestazione studentesca che esplode nelle università, i diritti civili
dei neri e le tensioni inter-etniche, la piaga della droga, la criminalità metropolitana. tutto ciò è prerogativa delle serie sugli eroi urbani come SPIDERMAN , ma anche come DAREDEVIL e CAPTAIN AMERICA, disegnati dallo stesso Colan. Le trame di DS, per quanti avvincenti e fascinose, appaiono lontane da una realtà quotidiana che non è mai apparsa così pervasiva: Stan Lee tenta una revisione del visuale del protagonista, trasformando il suo aspetto in fattezze aliene che ricordano quelle del Silver Sufrer di Kirby, e inserendo nelle storie ospiti in voga come il Cavaliere Nero, gli stessi Vendicatori al completo e il possente villain di X-MEN, il Fenomeno: ma nessun escamotage produce un vero effetto sulle vendite. Per questa ragione, la serie viene cancellata in Novembre a metà di un ciclo di storie che verrà proseguito in modo spezzato sulle serie SUB-MARINER e HULK, e culminerà con un affrettato e inverosimile abbandono delle arti occulte da parte di Strange nell'Aprile 1970.
La parentesi durerà per un anno e mezzo, sino a che il volgere del nuovo decennio , sembrando portare un mutamento di temperie culturale e una rinnovata disponibilità all'evasione pura, deciderà Lee ad avviare quello che era stato un progetto embrionale e a riportare il dottore sulla scena riunendolo con i due protagonisti delle serie con cui aveva concluso la precedente esperienza. Nel Novembre 1971  il primo numero della nuova testata MARVEL FEATURE vede nascere il gruppo dei DIFENSORI: Dr.Strange,Hulk
e Sub-Mariner, cui si aggiungerà subito Silver Surfer, anche lui orfano della sua serie personale.

Questa volta i dati di vendita saranno abbastanza confortanti, e nel giro di pochi mesi (Luglio 1972) Strange - secondo una prassi Marvel consolidata - verrà dapprima ospitato su una collana-contenitore come MARVEL PREMIERE dal 3 al 14, con una lunga e appassionante saga ispirata alle storie del terrore cosmico di H.P.Lovecraft ( un sotterfugio editoriale per evitare il pagamento dei diritti d'autore attribuirà invece l'omaggio all'opera di Robert E.Howard, lo sfruttamento fumettistico del cui CONAN era prerogativa Marvel, ma che non c'entra assolutamente nulla coi temi e le atmosfere della trama ). Infine, il Signore delle Arti Mistiche riavrà una sua serie nel 1974 , prosieguo ideale del periodo Colan grazie al degnissimo epigono Frank Brunner. E da allora, come la letteratura fantasy , la cultura psichedelica e la musica progressive che da sempre gli fanno da sfondo e da riferimenti esterni, DOCTOR STRANGE si è consolidato come una delle icone e architravi della pop culture nel fumetto americano - pur se con il sottile disagio e il senso di estraneità che il pragmatismo americano sempre manifesterà nei confronti dell'Occulto.

3 - fine

martedì 26 marzo 2013






MARVEL NUMERO SPECIALE :  FORSE NON TUTTI SANNO CHE....

La prima apparizione degli eroi Marvel in Italia NON è il n.1 dell'UOMO RAGNO dell'Aprile 1970 , ma lo speciale LINUS ESTATE del Giugno 1966, edito dalla Corno, in cui viene presentato il primo leggendario
numero di FANTASTIC FOUR (uscito in America nel Settembre 1961): sono presenti entrambe le storie dell'albo, quella delle origini e la prima avventura contro l'Uomo Talpa, in assenza della celebre copertina.
Le reazioni del pubblico italiano all'esperimento furono però tiepide, e il direttore Luciano Secchi - alias Max Bunker - riprovò a pubblicare un episodio del Quartetto l'anno dopo, nel supplemento di Febbraio detto       ProvoLinus. Stavolta si trattava di FF 3, l'esordio del terribile Dottor Destino, che Secchi volle astutamente
titolare "Doctor Fato e il Tesoro del Pirata Barbanera", dando un colpo al cerchio del gusto italiano per i super-cattivi che stava facendo la fortuna della Corno (Kriminal e Satanik, sorti sulla scia del Diabolik del 1962,stavano spopolando), e uno alla botte del genere avventuroso (Corto Maltese di Pratt, per fare un nome). Ma anche questo test andò a vuoto, inducendo la Casa  a posporre l'esordio italiano delle collane Marvel fino al 1970, quando il successo planetario di AMAZING SPIDERMAN convinse la Corno al tentativo: i FQ dovettero peraltro aspettare l'anno successivo, e superare un certo scetticismo verso le testate di squadra (anche del mondo DC l'Italia aveva visto sempre e soltanto i titoli individuali di SUPERMAN e BATMAN e non, per esempio, la JUSTICE LEAGUE o la LEGION OF SUPER-HEROES).



La prima testata Marvel in Italia NON è, di nuovo, l'UOMO RAGNO Corno del '70 bensì il SERGENTE FURY della piccola casa Le Maschere, un'emanazione della Sansoni che nel 1966 pensò di sfruttare il successo popolare delle storie di guerra per acquisire i diritti della serie minore SGT. FURY AND HIS HOWLING COMMANDOS. La serie durò soltanto 13 numeri, oggi introvabili, nei quali però con vari
anni di anticipo comparvero famosi nemici di CAPITAN AMERICA come il Barone Strucker e il Barone
Zemo (qui nella sua unica apparizione a volto scoperto).

Esistono due storie brevi in cui , PRIMA del numero 1 dell'UOMO RAGNO Corno (che contiene AMAZING FANTASY 15 dell'Agosto 1962 e AMAZING SPIDERMAN 1 del Marzo 1963), vengono
introdotti rispettivamente Zia May e Zio Ben e un personaggio in tutto e per tutto simile a Peter Parker, di nome Tad Carter. Si tratta dei cosiddetti "prototipi" o "tryout", usati dagli autori per provare i vissual dei nuovi personaggi e certe loro caratteristiche salienti. La prima storia, "Addio a Linda Brown", è stata pubblicata da Panini in SPIDERMAN COLLECTION 1 (in origine era apparsa su STRANGE TALES 97,2 mesi prima della nascita di Spidey); nella seconda, invece, "Carter" è presentato come un liceale che scopre di avere poteri mutanti e viene assalito dai suoi compagni per essere salvato a distanza da un telepate molto simile al Professor X degli X-MEN. Apparve sul numero 14 di AMAZING FANTASY come preparazione dell'esordio di Spidey il mese successivo, rispetto al quale Stan Lee decise però di rimuovere il tema mutante, per destinarlo l'anno dopo a una serie specifica (vedi i miei articoli sulla nascita di X-MEN).
In Italia è stata pubblicata nel 2005 su X-MEN CLASSIC 5 come la "prima storia mutante", una sorta di X-MEN Zero.





HULK in Italia è stato verde fin dall'inizio : così campeggia sulla copertina di UOMO RAGNO Corno 55, annunciando la sua prima apparizione il 25 Maggio 1972. In origine, come è abbastanza noto, il colore della sua pelle era grigio : ma la difficoltà di riproduzione della giusta tonalità con i mezzi tecnici dell'epoca portò rapidamente alla seconda, celebre versione. La storia completa della nascita del Golia Verde fu ristampata in Italia solo nell'Agosto 1981, quando sui numeri 11/13 della serie gigante L'INCREDIBILE HULK venne raccolta la miniserie originaria uscita in America nel 1962. Pochissimi da noi sanno che la prima edizione grigia fu testata 2 mesi prima della mini, in una storia di JOURNEY INTO MYSTERY 79 intitolata "The Midnight Monster", in cui uno scienziato di nome Victor Avery grazie a un filtro alla Dr.Jeckyll si trasforma in un titano immortale dalla pelle grigia  che in due riquadri è pressochè identico al futuro HULK dei primordi.
Anche qui, nei due mesi trascorsi tra le due pubblicazioni Lee decise di accantonare la tradizionale origine dello scienziato pazzo ( in favore di un adattamento del tema di Prometeo all'età atomica, con il suo duplice contenuto di promessa di sviluppo e di minaccia di distruzione, e facendo di Bruce Banner un simbolo e una vittima di questa cupa ambiguità. Intuizione , una volta di più, confermata dalla Storia.


Infine, il pasticcio della pubblicazione del DOTTOR STRANGE , che la Corno destinò fin dall'inizio agli albi dell'UOMO RAGNO , ma cominciando a stamparlo da metà serie, cioè dalla gestione Roy Thomas/Gene Colan: ciò sia perchè il tratto di Colan appariva più moderno e di maggior impatto immediato, sia perchè usare le prime 35 storie di Ditko avrebbe significato pubblicare un'intera collana dello stesso disegnatore (perchè Steve era ovviamente già l'artista di AMAZING SPIDERMAN), rischiando fortemente di annoiare il pubblico con un unico tratto grafico. Ragion per cui, arrivati al numero 22 di UR - e dopo aver nel n.16 pubblicato un crossover con una formazione dei VENDICATORI di cui nessuno aveva mai sentito parlare (con la Visione, il Cavaliere Nero,Pantera Nera e l'incarnazione di Hank Pym sciaguratamente tradotta come "Giacca Gialla" anzichè Calabrone) - i Nostri si trovarono con una serie interrotta a metà di una storia, dato che Marvel aveva chiuso la testata di Strange con un triplo crossover continuato su SUB-MARINER 22 e HULK 126, al termine del quale il dottore rinunciava alle arti mistiche in cambio di una vita normale.
Fortunato lui, meno il lettore che con UR 24 si trovò a rileggere dal vero inizio la saga del Mago Supremo, salvo arrivare al n.80 per arenarsi al punto in cui la Corno aveva cominciato nel n.1. A peggiorare la scena, le due storie di Namor e Hulk furono la prima pubblicata in sequenza di serie su FANTASTICI QUATTRO (e nessuno ne capì niente), la seconda semplicemente dimenticata. Risultato: su UR 81 i fans trovarono uno Strange semplice mortale senza alcuna spiegazione, costretto a ritornare alla magia per scongiurare un complotto dell'arcinemico Mordo, travestito come Strange stesso, MA nella versione demonica che era stata temporaneamente introdotta in UR 11/22 per rendere il suo aspetto più fantasy - e di cui quasi nessuno più si ricordava.


Non è tutto per ora, perchè gli aneddoti sul rapporto tra serie americane e pubblicazione italiana è ricco e pittoresco,  ma è abbastanza per un articolo solo. Se l'argomento è stato di vostro interesse, scrivete per
richiederne un seguito - ed eventualmente, su quali personaggi.

"Make Mine Marvel",
Dario






















venerdì 22 marzo 2013







LE AVVENTURE DEL DOTTOR STRANGE
NELL' UNIVERSO SECONDO I PINK FLOYD


L'America dei comics tra Psichedelia e Pop Culture

  Quando a metà del fatidico anno 1963 Steve Ditko prepara quella che sarà una rivoluzione nel design del fumetto americano, la cultura popolare sta andando incontro a una stagione di grande inquietudine e di spe-
rimentazione. Bob Dylan ha appena brandito la sua chitarra acustica come un'arma, e lancia strali alla nazione borghese, diventando la guida spirituale della nuova coscienza radicale: Andy Warhol tappezza il Paese coi volti rifratti in screenprinting prima di Marylin Monroe (scomparsa pochi mesi prima), poi di un minaccioso Elvis Presley che a tutta figura e gambe divaricate punta una pistola contro l'osservatore. Film come "Il Buio Oltre la Siepe", "L'uomo di Alcatraz", "I Giorni del Vino e delle Rose" e "Lolita" scuotono l'opinione pubblica più dell'ingresso ufficiale delle forze armate nel vivo della guerra in Vietnam. E presto dall'Europa il torrente del beat si riverserà sulla gioventù metropolitana, e i nomi di Beatles e Rolling Stones diverranno sigilli sulla realtà ormai innegabile del "generation gap", il conflitto tra le generazioni che di lì a 5 anni esploderà nelle Università delle due Coste.
Già nelle sole 5 pagine del primo episodio in STRANGE TALES 110, Ditko segna il centro di un compasso con cui ridisegna il layout del fantastico come lo si conosceva prima: una sorta di Mandrake dal taglio d'occhi esotico, in abito hippie e mantello blu notte, entra dentro i sogni di un uomo tormentato da una tetra visione incappucciata. Il paesaggio è un delirio surrealista, sentieri si snodano a mezz'aria, vapori fluttuano contor-
cendosi e la personificazione stessa dell'Incubo a cavallo di un grottesco destriero assale la forma astrale (una sorta di fantasma psichico dall'aspetto etereo) del nostro eroe con una bestia spinosa in grado di uccidere le anime. Oltre a questo, la presunta vittima si rivela un ladro e possibile assassino, tormentato dall'immagine del suo segreto senso di colpa.
5 pagine completamente diverse dal concetto sprovveduto e stregonesco di Occulto fin qui proposto nei

fumetti, che colpiscono in pieno l'attenzione dei lettori. Il numero 111 aggiunge la figura del sinistro Mordo, corpulento nobile dell'Est europeo dedito alla magia nera, e la bella Victoria Bentley, ideata come candidata assistente del protagonista. Dopodichè, Lee impone due mesi di sospensione per poter registrare le reazioni del pubblico e l'impatto di Strange sulle vendite. E il responso è decisamente positivo, per cui dal 114 uffi- cialmente il nuovo personaggio prende sulla testata il posto in precedenza occupato dalle due classiche storielle di fantasy/fantascienza/horror. Di conseguenza, l'albo dopo presenta la necessaria vicenda delle sue origini.
Per l'occasione, l'Editor della Casa delle Idee riprende la storia dell'immemorabile Dottor Droom di AMAZING ADVENTURES di 2 anni prima, ma alterandola in un punto fondamentale: Stephen Strange,medico come già Anthony Droom, non viaggia alla volta del Tibet per curare altruisticamente un lama malato...al contrario, è un chirurgo venale e arrogante che cerca una cura per le sue mani danneggiate da un incidente. Solo la lungimiranza del maestro - detto l'Antico - dà alla parte migliore di Stephen  modo di affiorare ed esprimersi, permettendo al discepolo infedele Mordo di  attentare alla sua stessa vita , e di conseguenza all'incredulo Strange di intervenire offrendosi come nuovo studente per contrastare la perfidia del rivale (in segreta combutta col terribile Dormammu,despota di un'altra dimensione che diverrà la nemesi del nuovo eroe).
Questo ribaltamento era tipico dell'approccio realistico di Lee alla psicologia dei personaggi, e il tema così fortemente ebraico della caduta/redenzione costituiva un modello di identificazione suggestivo e universale. 
Ma ad investire il pubblico dell'epoca era soprattutto la straordinaria scenografia allestita da Ditko, una sinfonia di follia policroma tra Dalì e Kandinsky che pre-data di almeno tre anni l'esplosione della psichedelia che dall' Inghilterra dilagherà nel mondo: è quasi inevitabile osservare che il celebre cartoon dei Beatles,
"Yellow Submarine", sembra proprio un'escursione di Strange in una delle realtà alternative che l'architettura ditkiana - sicuramente memore della cosmogonìa costruita da H.P.Lovecraft nei suoi racconti dell'orrore cosmico - ha composto in un multiverso popolato di dèi e dèmoni come i Seraphim e le Faltine, Cyttorak e Watoomb, Ikonn e Valtorr, continuamente invocati dal Mago nei suoi incantesimi e presieduti dalla Trinità Mistica del Vishanti. Gli stessi massimi inerpreti della psichedelia in musica, i sommi Pink Floyd, posero una vignetta di Doctor Strange sulla copertina del loro secondo disco (A Saucerful of Secrets) e lo citarono direttamente nella canzone-icona "Cymbaline",  del terzo disco "More" - colonna sonora dell'omonimo film di Schroeder del '68, sorta di festival della generazione beat dilaniata tra bisogno di espressione e ripiegamento nella droga.
 Sintesi simbolica del sommovimento estetico-filosofico veicolato dalla nuova serie fu sicuramente il personaggio di ETERNITY, entità personficazione della realtà stessa, da Ditko introdotto nel 138 di STRANGE TALES - una concezione di design così ardito ed elegante che varrebbe da solo all'autore


il rango di caposcuola del fumetto. Ma gli stessi Nightmare (Incubo) e Dormammu, il cui look fiammeggiante fu ripreso da altri 10 anni dopo per dare un volto al demone motociclista GHOST RIDER, sono state elabo-
razioni brillanti e innovative per gli standard dell'epoca.
E così, la vertigine cosmica creata da Ditko ha spesso posto paradossalmente in ombra proprio il carattere centrale di Stephen Strange, semplice e imperfetto essere mortale cui il Fato ha assegnato il ruolo non solo di difensore dell'Umanità dalle forze oscure, ma di garante degli equlibri dell'Universo stesso.

2 - continua


























  



  

lunedì 18 marzo 2013






D O C T O R   S T R A N G E 
E' una Specie di Magia ....

Il Richiamo dell'Occulto tra gli Anni '60 e la New Age

Il Fumetto o arte grafica sequenziale, il cinematografo disegnato, ha da sempre a che fare con la magia.
La magia primaria del vedere una storia svolgersi  davanti agli occhi come se fosse reale, che già portò gli Egizi a dare al loro linguaggio scritto la forma stessa delle Storie. La magia del creare trame, del distillare espressione verbale, del dare vita e identità a idee che spesso sopravvivranno a chi le ha avute.
Il primo prodotto e archetipo dell'incontro narrativo fumetto/magia è, naturalmente, il MANDRAKE del 1934 di Lee Falk,  poi creatore di PHANTOM (il nostro Uomo Mascherato). Il quale però, nonostante un nome evocativo - il nome anglosassone della radice magica Mandragola - e un aspetto che diventerà patrimonio quasi obbligato dei maghi futuri, baffi e capelli bruni, abito di scena elegante e mantello, non è altro che uno straordinario ipnotizzatore e illusionista.
Giovanni ZATARA, per contro, è uno stregone vero e proprio che avrà l'onore di fare la sua comparsa proprio su ACTION COMICS 1 del 1938, l'albo-cardine della storia dei comics che lancerà il personaggio di SUPERMAN. Mentre però quest'ultimo diventerà in breve un fenomeno mediatico planetario, l'occultista di origine italiane  vivrà una carriera di secondo o terzo piano, per poi lasciare il posto alla più affascinante figlia ZATANNA.

Nel 1961 un giovane Stan Lee preparava quello che sarebbe stato lo storico passaggio dalla Atlas, casa editrice di riviste-contenitore di fumetti di fantascienza,fantasy e horror articolate in storie brevi, alla Marvel, madre della nuova età dei supereroi. Lee credeva fortemente nelle potenzialità commerciali dell'Occulto, e voleva creare innanzitutto un personaggio di questo tipo come pilota per le iniziative future: per questo insieme al fidato Jack Kirby introdusse dal n.1 della nuova collana AMAZING ADVENTURES (Giugno '61) quello che sarebbe diventato il famigerato DR.DROOM, uno degli episodi più infelici nella storia Marvel.
Anthony Droom, medico occidentale recatosi in Tibet per curare un Maestro Lama malato, riceve da questi
l'eredità dei suoi poteri mistici - assumendo tratti del viso asiatici come una sorta di dress code del ruolo- e si dedica a vegliare sul mondo contro le forze dell'Oscurità. Questo sarà l'impianto delle origini dello stesso,venturo DR.STRANGE: ma il primo tentativo falliva perchè espresso in trame banali e prive di specificità, raggiungendo un picco comico col n.4, quando Droom convince un'avanguardia di invasori alieni a desistere perchè la Terra è popolata da un'impervia razza dominante di... scavatrici industriali.
Il destino riservò invece i suoi favori ad una serie imperniata su quattro astronauti dilettanti investiti di strani poteri dovuti alle radiazioni cosmiche: il n.1 di FANTASTIC FOUR uscì nelle edicole nell'Autunno, incon-
trando un immediato successo.
Lee non si diede per vinto, e attese per un anno e mezzo - durante il quale provò senza riscontro dei try-outs di vari personaggi mistici su racconti sparsi della 4 riviste-contenitore -  per poi affidare al brillante disegnatore e sceneggiatore Steve Ditko l'allestimento di una seconda proposta; questa sarebbe stata presentata sulla rivista ammiraglia STRANGE TALES, che dal tardo 1962 ospitava le storie della TORCIA UMANA, il membro di FANTASTIC FOUR più popolare tra i teenager.
Ditko era già stato autore del solo try-out che sarebbe stato poi ripreso in seguito, un mago di Atlantide a nome MASTER KHAN apparso nel n.77 della stessa STRANGE TALES (poi inserito come villain nelle serie minori IRON FIST e SUB-MARINER del decennio successivo); e come già aveva fatto l'anno prima per la creazione di SPIDERMAN, elaborò per conto suo un layout completo che Lee non fece altro che approvare. Nel numero 108 di Maggio '63 collaudò nel racconto "The Iron Warrior"l'aspetto della futura controparte malvagia dell'eroe, il Barone Mordo, e nel 110 di Luglio il mondo incontrò per la prima volta le esotiche e inquietanti fattezze del nuovo DOCTOR STRANGE.
Per la cronaca, la copertina sopra riportata non esiste, essendo il risultato dell'interpolazione grafica di un brillante blogger americano, Howard Hallis - le copertine della rivista dedicate a DS tra il 110 e il 146 ,i numeri della gestione Ditko , furono solo le due di 130 e 146 perchè Lee preferì sempre privilegiare i personaggi dalle vendite maggiori, prima la Torcia e poi lo 007 della Marvel NICK FURY.
Tuttavia il 110 di STRANGE TALES , il cui titolo diede un pò subdolamente il nome al personaggio, doveva
segnare all'insaputa di tutti un nuovo, straordinario capitolo non solo nella storia dei comics, ma in generale in quella della cosiddetta beat culture che andava imponendosi all'America degli Anni Sessanta.

1 - continua